ATEC rappresenta tutti gli operatori che eseguono trucco permanente e micropigmentazione correttiva, trattamenti anche denominati  Tpc, trucco permanente cromatico , trucco semipermanente o tatuaggio estetico correttivo  estetisti e non. Uno dei nostri obiettivi è il riconoscimento della figura professionale del micropigmentatore come un tecnico specializzato

Come dovrebbe essere, a nostro parere, anche per i tatuatori, i piercers, i truccatori artistici, i massaggiatori e tutte quelle professioni, nate dagli affini dei parrucchieri e che oramai hanno sviluppato una propria identità ed un proprio know-how che non può più essere inserito, (anche perché non ci sta) nella formazione dell’estetista, anche nel caso in cui dovesse diventare di cinque anni.                                                                             

La micropigmentazione (tecnica con la quale definiamo trattamenti  denominati Tpc, trucco permanente cromatico , trucco semipermanente o tatuaggio estetico correttivo) è una tecnica che sfiora il derma, può provocare sanguinamento, quindi l’operatore deve avere conoscenze sulla pelle e sull’igiene, maggiori di quelle richieste ad un’estetista.

E’ una tecnica che imprime sulla pelle il colore per un lungo periodo,in maniera quasi indelebile o comunque non facilmente rimovibile quindi l’operatore deve sentirne la responsabilità e possedere un’esperienza ed una maturità maggiore di quella che può servire per eseguire un trucco cosmetico.

La micropigmentazione imprime sulla pelle un disegno che in genere vuole qualificare, una sopracciglia,delle labbra esaltare degli occhi o mitigare dei difetti e quindi  va studiato con grande attenzione, l’operatore deve necessariamente avere conoscenze ed esperienza di visagismo maggiori di quelle che può aver maturato un medico, un’estetista o un tatuatore.

Con la micropigmentazione correttiva si interviene anche su persone che hanno subito traumi, sul viso e su zone particolarmente delicate ed esposte, il trucco tatuato influenza fortemente e per lungo tempo l’immagine, è necessario quindi che l’operatore abbia conoscenze di psicologia e di psicosomatica.

E’ un lavoro di grande responsabilità, serve una conoscenza approfondita e molta esperienza per saper fare la cosa giusta su ogni cliente. Chi di noi esegue questo lavoro da vent’anni ancora sente di avere molto da imparare.
Comprenderete quindi perché crediamo che il percorso formativo del micropigmentatore debba essere fatto dopo i 18 anni, dopo un diploma di maturità e con un corso specifico di uno o due anni almeno, che preveda teoria ma anche molta pratica.

Siamo perfettamente d’accordo sull’idea di creare un Istituto Statale Professionale della Bellezza e del Benessere, ma, se vogliamo che sia una riforma lungimirante, non dovrà essere una scuola solo per le estetiste ma anche per tutti gli operatori che lavoreranno nel settore. 

Una scuola professionale statale, uniforme quindi su tutto il territorio nazionale, che indirizza verso questo mondo così in sviluppo e ricco di opportunità. Una scuola professionale che, al secondo anno, lasci la possibilità di scegliere l’indirizzo preferito, se estetista, se truccatore artistico, se parrucchiere o se massaggiatore ed al quinto anno preveda gli esami di maturità. Una scuola in cui gli insegnanti sono stati scelti secondo canoni severi, ai quali si richiede preparazione, esperienza e continuo aggiornamento.

Dopo la maturità, i master o corsi specifici di formazione potranno specializzare figure professionali di maggiore responsabilità come il micropigmentatore, il tatuatore, il piercer, l’estetista che collabora con uno studio medico, la direttrice di beauty farm, l’operatore shatsu ecc.             

Con la maturità si può andare anche all’università quindi sono aperte tutte le strade, dalla podologia o la fisioterapia alla medicina.

Anche se in Italia è di moda il federalismo non bisogna dimenticare il bene del cittadino consumatore. E’ nel suo interesse che gli operatori che gli mettono le mani addosso abbiano tutti la stessa preparazione, culturale e tecnica.

Un’altra importante conquista sociale, che vorremmo segnalare, sarà ottenuta quando permetteranno che l’artigiano estetista, o tecnico specializzato, lavori come free lance presso altre imprese, senza necessariamente avere una propria sede; oppure quando permetteranno di prendere in affitto una cabina part-time presso una collega che ha il centro più grande.

In questo caso si darà l’opportunità a tante estetiste, truccatrici, micropigmentatrici, tecniche specializzate, donne, di poter gestire liberamente il proprio tempo secondo gli impegni familiari, la richiesta del mercato e soprattutto secondo le proprie possibilità o meglio l’impossibilità economiche di aprire un centro estetico proprio.

Il risultato sarebbe la diminuzione del lavoro nero ed una maggiore occupazione femminile, di tutte le età, più elastica e senza grossi investimenti e, ultimo ma non meno importante per l’impresa ospitante, la condivisione di spazi spesso poco utilizzati.

Questo vuol dire liberalizzazione, ma anche aggregazione e sinergia. Ciò vuol dire attivare qualità come collaborazione, fiducia, condivisione e per la nostra economia vuol dire ottimizzazione delle risorse, occupazione.