Segni considerati indelebili e scelti in un momento particolare della vita, i tatuaggi spesso si trasformano in un problema da risolvere, o meglio, da cancellare. Un tempo questo richiedeva l’intervento del bisturi, oggi il laser rappresenta una soluzione migliore che lascia meno tracce, come spiega, a Dica33, Ezio Maria Nicodemi, chirurgo plastico dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata, di Roma.
Dottor Nicodemi, come si cancella un tatuaggio?
Fino
a qualche tempo fa si doveva procedere a una rimozione chirurgica che
lasciava segni e cicatrici sulla pelle, oggi invece lo standard per
questi casi è considerato il trattamento con il laser. La tecnica ha
raggiunto livelli ottimali, non presenta rischi e permette di eliminare
tutte le tracce del disegno e dei colori, senza lasciare segni sulla
pelle che torna normale. Questo cambia anche il significato stesso del
tatuaggio, poiché se dopo qualche tempo si cambia idea lo si può
eliminare, e permette di decidere con meno angoscia se farlo o meno.
In che cosa consiste il trattamento?
Sfrutta
il laser, che è una luce con un’energia altamente ordinata che va a
colpire un bersaglio bene preciso, il cromoforo, la parte colorata della
materia, nella fattispecie i pigmenti depositati, dallo strumento del
tatuatore, sulle fibre del collagene, nel derma. Il laser ha un’azione
molto selettiva, cioè non coinvolge altri bersagli, rompe letteralmente i
colori del tatuaggio, che vengono dispersi e riassorbiti nei tessuti.
Questo consente la totale scomparsa del disegno. Non è detto che si
risolva tutto in una seduta. Possono servirne di più se il tatuaggio è
molto esteso o molto ricco di colori particolari, come quelli derivati
da polveri di oro o di argento.
In che cosa consiste il trattamento?
Sfrutta
il laser, che è una luce con un’energia altamente ordinata che va a
colpire un bersaglio ben preciso, il cromoforo, la parte colorata della
materia, nella fattispecie i pigmenti depositati, dallo strumento del
tatuatore, sulle fibre del collagene, nel derma. Il laser ha un’azione
molto selettiva, cioè non coinvolge altri bersagli, rompe letteralmente i
colori del tatuaggio, che vengono dispersi e riassorbiti nei tessuti.
Questo consente la totale scomparsa del disegno. Non è detto che si
risolva tutto in una seduta. Possono servirne di più se il tatuaggio è
molto esteso o molto ricco di colori particolari, come quelli derivati
da polveri di oro o di argento.
È doloroso?
Dipende dalla soglia del
dolore, che è individuale. Di certo è meno doloroso degli aghi con cui
si esegue un tatuaggio, e comunque si possono applicare creme che
contengono un anestetico topico, sulla zona da trattare.
Che costi prevede?
Non è un trattamento
rimborsato dal Servizio sanitario nazionale, poiché è di natura
estetica. Il costo è totalmente a carico del cittadino e varia dai 300
ai 500 euro a seduta e dipende anche da macchinario usato, anche se sono
più affidabili quelli prodotti negli Stati Uniti dove devono avere
l’approvazione dall’ente regolatorio, la Food and drug administration,
mentre quelli europei hanno solo un riconoscimento Ce, della Comunità
europea.
Ci sono precauzioni da osservare prima e dopo la seduta?
In
genere questo, come tutti gli interventi di chirurgia, si fa tra
settembre e maggio poiché la pelle trattata non deve essere esposta al
sole, che può lasciare segni laddove è in corso un’irritazione. È
sconsigliato alle donne in gravidanza, quindi se una donna vuole
cancellare un tatuaggio è bene che ci pensi prima di restare incinta.
Quali sono i motivi che in genere portano a decidere di cancellare un tatuaggio?
In
genere, quando ci sono dei cambiamenti importanti. Le donne, per
esempio, che hanno il tatuaggio sulla pancia o sull’addome, in vista di
un figlio, in genere chiedono di cancellare il tatuaggio che andrebbe
incontro a un’alterazione. In gravidanza, a differenza dell’aumento di
peso che interessa tessuti adiposi più profondi del derma, si verifica
una dilatazione cutanea, soprattutto negli ultimi mesi, provocando le
classiche smagliature che alterano il disegno del tatuaggio. Tuttavia,
anche chi deve accedere a concorsi per entrare nelle forze dell’ordine
non deve avere segni di riconoscimento sulla pelle. Ma tra le fila dei
pentiti ci sono anche coloro che si erano fatti tatuare il nome del
partner di una storia conclusa, oppure persone che vogliono modificare
un tatuaggio già esistente.
News inserita il 16/06/2011